The project "WILDWINE" has received funding from the European Union's 7th Framework Programme (FP7/2007-2013) under grant agreement n° 315065.
In passato, i vini erano prodotti dal microbiota residente l’uva e la cantina. Attualmente, Saccharomyces cerevisiae commerciali e colture starter di Oenococcus oeni sono largamente utilizzati per garantire un processo gestibile. Nonostante i vantaggi, questo può portare ad un appiattimento sensoriale dei vini da diverse origini, mentre starter “esotici” potrebbero non riuscire a prendere il sopravvento durante la fermentazione. Al giorno d'oggi, la natura competitiva del mercato globale del vino ha spinto verso la produzione di vini di qualità con carattere regionale. I consumatori richiedono anche vini prodotti secondo procedure naturali e biologiche. A tal fine, l'uso di S. cerevisiae o non-Saccharomyces (wild) indigeni è uno strumento per creare vino con complessità e autenticità, mentre i batteri lattici selezionati (LAB) possono controllare in modo efficace la fermentazione malolattica e quindi eliminare il rischio delle ammine biogene (BA).
Il settore del vino è di notevole importanza per la produzione rurale europea, con il 45% delle zone vitate, il 65% della produzione, il 57% del consumo e il 70% delle esportazioni in termini globali. Francia, Grecia, Italia e Spagna rappresentano più del 50% sia della produzione, che del commercio mondiale totale. Anche se l'UE è stata tradizionalmente un importante produttore di vino in tutto il mondo, recentemente sta vivendo un continuo declino e un notevole cambiamento qualitativo della domanda dagli anni ottanta. Questa quota di mercato è stata guadagnata dai paesi che recentemente sono entrati nel settore vitivinicolo, come gli Stati Uniti, Cile, Nuova Zelanda, Australia e Canada, che sono considerati i paesi del nuovo mondo. Rispetto a questi paesi, il settore vitivinicolo europeo appare estremamente frammentato, in gran parte dominato da piccoli produttori, particolarmente vulnerabili alle variazioni annuali di produzione e qualità del prodotto finale. I costi per adeguarsi alle prossime normative sulla concentrazione di ammine biogene e produzione di vino biologico, avrà anche un impatto significativo sui di essi. Gli Stati membri sono particolarmente allarmati per la domanda di vino del nuovo mondo e la riforma dell'organizzazione comunitaria del mercato, adottata dall'UE nel 2008, ha indicato come obiettivi l’aumento di competitività dei produttori di vino europei, il miglioramento della reputazione dei vini europei ed il riguadagno del mercato sia nell'UE che all'esterno. Per realizzare questo obiettivo il settore richiederà l’implementazione di nuova tecnologia, conformazione ai problemi normativi proposti ed imminenti, efficiente controllo dei processi, adattamento dei propri prodotti alle esigenze dei consumatori e il lancio di nuovi prodotti.
Un aspetto importante di marketing, anche se piuttosto sottovalutato in passato, è rappresentato dal fatto che i consumatori si aspettano che il vino proveniente da una particolare regione possegga qualità uniche e caratteristiche che lo differenziano da altri vini della stessa varietà provenienti da altre regioni. Sebbene i vini di alta qualità possono essere prodotti ovunque, secondo il concetto di terroir la composizione del vino prodotto in una specifica regione sarà influenzato dall'ambiente locale. Questo include, tra gli altri, il contributo del microbiota indigeno nel definire l'unica qualità del vino. Questo aspetto rappresenta un 'valore aggiunto' di produzione per vini locali ed è la ragione principale perché molti produttori di vino sostengono la forte ricerca nello sviluppo e miglioramento delle fermentazioni tramite l'uso di microrganismi indigeni. Questa tendenza per i cosiddetti vini 'wild' è prevista in aumento nel prossimo futuro, considerando un cambiamento significativo nella preferenza del consumatore. Inoltre, le regole su certi tipi di vini biologici sono tenute a includere vincoli per l'utilizzo unicamente di batteri e lieviti indigeni nella fermentazione alcolica e malolattica (FML), rispettivamente. Infatti, diverse norme nazionali e private già impongono l'uso di lieviti indigeni invece di lievito industriale.
Il concetto principale del progetto WildWine è di sfruttare la diversità microbica indigena nello sviluppo di colture starter originali per essere utilizzate nella produzione di vini di terroir.
L’aspetto innovativo del progetto proposto è quello di combinare Saccharomyces indigeni con culture non-Saccharomyces e Oenococcus oeni indigeni con altre specie batteri lattici nella formulazione dell’inoculo di lievito e batteri, rispettivamente. Queste formulazioni saranno accuratamente progettate per soddisfare tutte le caratteristiche tecnologiche essenziali e auspicabili per il processo di vinificazione, così da servire come colture starter in fermentazioni selvagge indotte. Il nostro obiettivo è quello di assegnare un set di ceppi indigeni ai rispettivi distretti europei DOP per servire come "firma microbica" nella produzione di vini biologici.
L'obiettivo finale è quello di attivare le associazioni di piccole e medie imprese e i loro membri per diversificare e produrre vini innovativi, sicuri e di qualità in grado di affrontare gli imminenti regolamenti in materia di presenza di ammine biogene per i mercati nazionali e globali. Con questi mezzi, PMI nei principali paesi vitivinicoli europei (Francia, Grecia, Italia e Spagna) miglioreranno le loro abilità di marketing verso un settore vitivinicolo più competitivo e sostenibile.
I targets del progetto:
'WILDWINE' avrà un impatto significativo per il settore vitivinicolo, per i consumatori e per la società:
Wildwine - Final- from Chrysoula Tassou on Vimeo.